Artur Nuraj è nato a Valona, in Albania, nel 1968, e vive a Verona, dove lavora come revisore di testi e consulente per alcune agenzie editoriali.
Narratore, sceneggiatore e collaboratore di Albania News, è considerato uno dei pionieri del noir albanese moderno. Dopo alcuni romanzi pubblicati sotto lo pseudonimo di Anthony J. Latiffi, con “La valle dei bambini perduti” si presenta per la prima volta ai lettori con il suo vero nome.
In questo libro molto avvincente, Nuraj si dimostra capace di indagare la realtà politico-sociale di un Paese addentrandosi nelle pieghe più oscure della sua storia
Tirana, 1985. Nell’Albania comunista, a pochi mesi dalla scomparsa del sanguinario dittatore Enver Hoxha, Albertina Basha, la figlia adolescente di un importante membro del Partito, viene trovata impiccata nel salotto di casa. Sembra un caso di suicidio da manuale, ma Ludovik Lamani, il detective assegnato all’indagine, nota alcune anomalie sulla scena del crimine. Nel frattempo, una coppia di rom denuncia la scomparsa del loro nipote di nove anni, e Lamani scopre che la sparizione del bambino è legata ad altre misteriose scomparse di ragazzini nomadi avvenute a Tirana e in altre città albanesi negli ultimi dieci anni: tutti casi archiviati per mancanza di prove. Ambizioso e tenace, Ludovik è deciso a risolvere entrambi i casi facendosi aiutare da Vasil, una recluta che lo segue come un’ombra, e da Miha, la maestra di danza di Albertina e Brikena, la migliore amica della vittima. L’impresa si rivelerà però molto più ardua di quanto avrebbe mai potuto immaginare, perché Lamani dovrà fare i conti non solo con il Sigurimi – la temibile polizia segreta albanese – ma anche con i fantasmi del suo passato, che riemergono sotto forma di visioni sinistre e sogni agghiaccianti. Come nella migliore tradizione del noir, l’avvincente romanzo di Nuraj si dimostra capace di indagare la realtà politico-sociale di un paese addentrandosi nelle pieghe più oscure della sua storia.